Come si fa a perdere un bambino di sei anni in volo da un aeroporto ad un altro, accompagnato da mamma e papà nel primo e atteso dalla nonna all’arrivo? Semplice, basta farlo salire sull’aereo sbagliato.
Non stiamo parlando di “Mamma ho riperso l’aereo“, il film del ’92 in cui il protagonista interpretato da un giovanissimo Macaulay Culkin viene separato dai genitori e finisce a New York anziché in Florida.
La storia del piccolo Casper, finito a Orlando invece che a Fort Myers, è avvenuta pochi giorni prima di Natale e il 25 dicembre ha fatto il giro del mondo rimbalzando dai tg ai quotidiani, e impazzando sui social.
Una vicenda surreale che ricorda molto quella di Kevin McCallister e che stimola la curiosità morbosa dei lettori, tra una fetta di panettone e l’altra. La differenza è che questa volta è successo davvero, nella realtà e non sul set di un classico natalizio del piccolo schermo.
Alla fine si è trattato solo di un bello spavento, ma una domanda assilla la famiglia e non solo: com’è stato possibile?

La disavventura del piccolo Casper
Il bambino, di appena 6 anni, è stato fatto salire sul velivolo sbagliato a causa di un clamoroso errore commesso da una compagnia aerea. Pensare che era la prima volta che Casper viaggiava da solo!
Accompagnato dai genitori all’aeroporto di Filadelfia, doveva imbarcarsi su un velivolo diretto a Fort Myers, Florida, per andare a trascorrere il periodo di Natale dalla nonna, Maria Ramos.
Mamma e papà, dopo averlo accompagnato allo scalo, lo hanno affidato agli assistenti di volo della Spirit Airlines che lo avrebbero assistito durante tutta la durata del viaggio, lungo quasi 1900 chilometri (1.165 miglia).
Peccato che, all’ora prevista dell’atterraggio, quando l’anziana è andata a prenderlo il bambino non fosse tra i passeggeri. Allarmata ha chiesto alla compagnia dove fosse il bambino. “Sono stati i momenti più brutti della mia vita”, ha raccontato la donna ai media locali.
Il piccolo passeggero salito sull’aereo sbagliato

Soprattutto perché gli stessi impiegati della Spirit Airlines si sono trovati spiazzati e in imbarazzo nel non sapere dove fosse finito il piccolo. Gli addetti, infatti, all’inizio non sono stati in gradi di spiegare cosa fosse successo, poi le hanno detto che probabilmente il bimbo non aveva fatto in tempo a imbarcarsi.
Ma Maria Ramos ha immediatamente replicato che non era possibile: il nipote aveva fatto il check-in a Filadelfia e dal momento dell’imbarco lei aveva monitorato il volo. Quando poi la valigia è arrivata al deposito bagagli di Fort Myers ma il suo proprietario no, anche gli operatori si sono resi conto dello sbaglio.
Il bambino atterrato a Orlando
Per fortuna, dopo qualche ora di panico, senza che ci fosse traccia del bimbo, la nonna ha ricevuto una telefonata dal nipote, che le ha detto che era atterrato ma nell’aeroporto sbagliato, cioè a Orlando, a quattro ore e più di 200 chilometri di distanza.
La compagnia si è scusata e si è offerta di rimborsare il costo del volo. Ma per la famiglia quanto accaduto è assurdo e adesso cerca risposte, anche perché secondo la compagnia aerea è stato sempre sotto la supervisione di un assistente.

E allora “mio nipote com’è finito a Orlando? Come è potuto succedere? L’hanno fatto scendere dall’aereo? L’assistente di volo – dopo che la mamma gli ha consegnato i documenti – lo ha lasciato andare da solo? È saltato da solo sul volo sbagliato?” si chiede arrabbiata la signora Ramos.
Casper, come Kevin nel film, alla fine è riuscito a ricongiungersi con la sua famiglia, arrivando a destinazione dalla nonna in tempo per trascorrere il Natale. Fortunatamente ha avuto anche qualche giorno per riprendersi, visto che i media riferiscono che il piccolo passeggero sarebbe rimasto traumatizzato dall’accaduto.
E come biasimarlo, a soli sei anni ritrovarsi da solo in una città sconosciuta, senza un volto amico o familiare ad attenderlo. Per questo alcuni media statunitensi sostengono che i genitori abbiano fatto causa alla compagnia.
Intanto speriamo almeno che Babbo Natale non abbia sbagliato strada, portando al piccolino i doni che, a quell’età, possono contribuire a far superare lo spavento e a far tornare il sorriso sul suo volto.